TACCUINO DEGLI ALLIEVI

SEDE CENTRALE

Chiesi: “Da quanto tempo sei monaco? Un vero monaco?”
Egli mi rispose: “Non da molto. Ho impiegato cinquanta anni a scalare la montagna.”
Allora gli chiesi: “Bisogna capire prima di decidere, o si decide e dopo si capisce?”
Egli mi rispose: “Da dai retta al mio consiglio, non fare domande e sali la montagna.”

Sequenza di Qi Gong Preparatoria di base per la Connessione Strutturale ed Energetica del Corpo.
“Sciogliere le Articolazioni, Trasformare i Tendini, Allungare e Riscaldare i Muscoli”

sequenza

Il Taiji Quan della Famiglia Chen a confronto con gli altri stili di Taiji Quan

(Estratto dal Taccuino del Maestro)

Il Taiji Quan stile Chen rappresenta il sistema originale e più antico di quest’ Arte e anche se esteriormente sembra ci fossero delle diversità con gli altri stili di Taiji Quan (comunque tutti gli stili di Taiji derivino dallo stile Chen di Taiji Quan) in termini assoluti non ci sono differenze.
Lo stile Yang di Taiji Quan, che il grande pubblico è maggiormente abituato a vedere tramite i media o le riviste, rappresenta lo stile più diffuso al mondo e nella stessa Cina per volontà del Governo Cinese.
Tra i due stili Chen e Yang (ed altri stili come Wu, Sun, Xù, Wudang, ecc…) di Taiji Quan i principi che regolamentano quest’ Arte sono identici, anche se nello specifico possono fare delle differenze i movimenti spiraleggianti visibili nello stile Chen di Taiji Quan.
Il sistema di Taiji Quan stile Chen è potente ed esplosivo nelle pratica reale, i movimenti alternano lentezza e velocità, morbidezza e durezza, ed i potenti Fajin, tutti elementi di forza essenziali nella progressione dell’ Arte del Taiji Quan.
Il Taiji Quan è un’ Arte Marziale (famiglia del Wushu Cinese) dove la componente è l’ autodifesa (…).
Il Taiji Quan è un grande “contenitore” dove ogni praticante può prendere ciò che vuole, ossia, l’ aspetto filosofico, energetico, marziale di quest’ Arte.
Gli aspetti del Taiji Quan sono molti, se ancora oggi il Taiji Quan non viene considerato come Arte Marziale è perchè chi lo insegna non considera o non conosce questo aspetto (…).
Non basta fare un pò di Tui Shou per pensare di stare facendo un’ Arte marziale (…).
La sopravvivenza e forza di quest’ Arte nell’ era moderna risiede negli appassionati praticanti giovani e adulti, finchè ci saranno persone disposte a praticare sudando vi saranno Insegnanti disposti ad insegnare.
Il Taiji Quan è uno stile interno del Gong Fu, come lo Xing Yi Quan e il Bagua Zhang, il tipo di forza intrinseca utilizzata è la medesima, le differenze stanno nelle strategie combattive alla loro base.
La distinzione tra stili di arte marziale cinese interna o esterna è usata nei tempi moderni, con le competizioni sportive e le loro coreografie da gara, anticamente non esiteva differenza tra stili interni o esterni.

Il Taiji Quan e lo Sport

(Estratto dal Taccuino del Maestro)

Al giorno d’ oggi il Taiji Quan ha subito un inevitabile sportivizzazione, le competizioni agonistiche di Forme di Taiji Quan estremizzano le movenze e le posture, esteriorizzando il tutto al fine di rendere la performance più bella esteticamente di un’ altra così da poter vincera la gara.
Le competizioni di Taiji Quan per svariati motivi rendono quest’ Arte poco tradizionale e profonda, l’ unica cosa positiva è che le competizioni sportive avvicinano più gente a conoscere e praticare il Taiji Quan (…).
Altro aspetto del Taiji Quan nel panorama sportivo è il Tui Shou da gara, che diventa anch’ esso importante se serve a costruire degli atteggiamenti opportuni legati alla pratica corretta del Taiji Quan (…).
La modernità antepone la sfida e la competizione in tutto, nel Tui Shou l’ elemento fondamentale è cedere e non necessariamente a tutti i costi bisogna opporsi o spingere per vincere, questo potrebbe essere un limite oggettivo che non fanno di quest’ Arte uno sport.

Il Taiji Quan come Arte Marziale

(commento da parte di una allieva della Scuola Arti d’Oriente)

Per chi pratica Taji Quan stile Chen, un argomento simile potrebbe fare sorridere, in quanto questa disciplina rappresenta un Arte Marziale.
Al giorno d’oggi, però, bisogna sottolineare questo concetto, poichè, le conoscenze e la pratica del Taiji Quan che in gran parte è conosciuto in occidente riguarda l’aspetto filosofico ed energetico-salutistico, piuttosto che l’aspetto marziale del Taiji Quan, è molte volte persino l’aspeto energetico viene confuso con l’idea di una pratica new age.
Durante l’incontro “Conversazioni Taiji” che si è svolto nella Nuova Libreria Iblea di Ragusa, i partecipanti ponevano delle domande al mio Maestro, dove si evidenziavano le poche conoscenze sulle origini e gli aspetti del Taiji Quan, alcuni hanno equiparato il Taiji Quan alle pratiche dello Yoga o alla Meditazione ai fini del lavoro energetico o del raggiungimento di un buono stato di salute, in effetti tutto ciò non é sbagliato, però nel Taiji va considerato il “Quan” inteso come Arte Marziale o Stile di Combattimento, che manca nelle altre pratiche energetiche orientali (Qi Gong, Yoga, Meditazione, ecc…).
Il concetto del “Quan”, insegna a rapportarsi con tutto ciò che sta all’interno e all’esterno di noi, imparando ad essere complementari e flessibili con ciò che ci circonda, il “Quan” del Taiji insegna ad integrarci con il tutto, sviluppando l’ascolto e la sensibilità.
Quindi, nell’intenzione di chi pratica Taiji Quan, si ascolta il proprio corpo, la propria energia, rimanendo sempre centrati ed aderendo alle forze esterne che agiscono su di noi (forze psichiche come lo stress, forze di contatto nella pratica a Scuola)diventandone la parte complementare per poi ridirezionarle.
La pratica del Taiji Quan allena il corpo e la mente ad essere “Fluido come l’Acqua e Pesante come la Montagna”, questa condizione si può ottenere con una costante pratica sotto la guida di un valido Maestro.
Questo è il mio pensiero, avendo partecipato all’incontro “Conversazioni Taiji” dove il mio Maestro mensilmente viene invitato.
Spero possa essere stata di aiuto a quanti già praticano l’ affascinante Arte del Taiji Quan e a quanti vogliano intraprendere questo viaggio.

Il Taiji Quan come Arte Marziale

(commento da parte di un allievo della Scuola Arti d’Oriente)

Giorno 4 c.m. si è svolta nella Nuova libreria Iblea di Ragusa in corso Vittorio Veneto una conversazione riguardante le tematiche legate all’Arte Marziale del Taiji.
Seduti in cerchio con una buona tazza di the il Maestro Davide Migliorisi ha intrapreso un discorso riguardante il significato dell’Arte Marziale.
Al di là delle influenze delle pellicole cinematografiche che hanno spesso “deviato” i veri e sani principi di una pratica fisica-sprituale millenaria come l’Arte Marziale Cinese detta Wushu, che oltre ad essere la più antica ad ever influenzato la maggior parte delle discipline marziali moderne, non ha niente a che vedere con la violenza che il “tubo catodico” ci ha propinato gratuitamente!
A larghi linee il Maestro ha spiegato che oggi giorno esistono due Scuole di intendere le Arti Marziali Tradizionali, la scuola degli stili esterni e quella degli stili inerni.
Rispettivamente la prima concerne in quelle arti che seguono dei principi legati alle pratiche fisiche e muscolari, basati sul duro allenamento e molte volte condizionando la superfice corporea per renderla più dura, al fine di ottenere un corpo forte e resistente.
La seconda distinzione consiste nello studio attento delle forze interne al nostro corpo, attraverso una mente consapevole, al fine di sviluppare e saper muovere l’energia intrinseca chiamata “Qi”.
Originariamente entrambe le scuole esterne ed interne erano la medesima cosa nella sostanza e nella pratica, ma a causa di rivoluzioni culturali in cina che hanno influenzato le arti tradizionali cinesi, della sportivizzazione e di una succesiva occidentalizzazione, la richiesta del grande pubblico e la mancanza di scuole tradizionali salde, ha determinato le distinzioni di cui abbiamo accennato.
Le prime curiosità dei presenti vertevano sulla distinzione tra Arte Marziale (dal punto di vista cinematografico) quindi quell’insieme di gesti e movenze violente mirate all’autodifesa, il Taiji nello specifico del lavoro energetico o Qi Gong e lo Yoga.
Il Maestro ha chiarito le somiglianze tra la pratica dello Yoga e il lavoro energetico del Qi Gong che fa parte del Taiji Quan, in quanto, il Qi Gong sia stato influenzato dalle antiche tecniche energetiche indiane che all’epoca migrarono in cina, il Taiji Quan a differenza dello Yoga mette in risalto il lato del “Quan”, che tradotto dal cinese significa “pugno”.
L’arte del pugno non si limita solo ad una visione di “scontro”,essa ci permette per mezzo di un “duro lavoro” (trad. Kung Fu) di conoscere in primis noi stessi…
l’arte del pugno permette di rafforzare il potenziale della salute, di gestire un’eventuale aggressione, e di esprimere lo spirito…, talvolta, di modificare il corso del proprio destino.
L’esercizio dei Taiji dapprima mette in moto, poi conduce al movimento. Si usa la mente per mettere in moto il Qi e poi il qi per mettere in moto il corpo.
Questo movimento si origina all’interno e poi va verso l’esterno. Non bisogna utilizzare la benché minima forza.
Questa è una delle differenze con lo Yoga, che è una pratica che mira puramente all’aspetto energetico e salutare dell’individuo.
Il Taiji Quan in se comprende gli aspetti interni ed esterni, energetici e salutistici, pur mantenendo uno spirito legato alle Arte Marziale.

Concluderei con delle riflessioni personali.
Il TAIJI QUAN, distinto atteggiamento ed educazione votata alla ricerca dell’equilibrio e dell’armonia, al fine di trovare nella quiete il movimento e nel movimento la quiete.
Il mondo e l’esistenza condividono lo stesso perenne movimento con tanti di tumulti e violenti flutti.
Nulla resta immutato e solo coloro che non hanno una struttura solida, finiscono per essere spazzati e consumati.
Il Taiji Quan permette di accedere al rilassamento e alla costruzione di uno spirito sereno la cui diretta conseguenza è un’estrema longevità e salute fisica.
Non esiste difesa ma solo cedimento ed elusione, lasciamo che il nostro avversario si annienti da sè…
Raggiunto un massimo equilibrio tra pieno e vuoto, non vi è più un avversario e tutte le conseguenze a lui annesso…, solo espansione dell’ IO e fusione dello spirito con lo spirito universale che molti chiamano DIO!